Negli stessi giorni in cui il Vaticano interviene pesantemente per chiarire al Parlamento Italiano quali sono le modifiche a lui gradite da apportare alla legge sull'Omotransfobia, i Sindacati scendono in campo per sostenere i privilegi di chi deve il proprio posto di lavoro al gradimento di un Vescovo cattolico.
Sono due facce della stessa medaglia, logica conseguenza del regime concordatario che vincola lo Stato italiano ai voleri di una singola confessione religiosa, né più, né meno di quello che succede in Polonia o in Iran.

Questo il delirante testo del comunicato congiunto di molte sigle:

La dichiarazione con la quale la CEI reagisce alle linee guida annunciate ieri sera per la cosiddetta fase 2 (vedi sotto) costituisce un documento di considerevole interesse. L'esordio: "Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”. Cioè: poiché il nostro impegno sociale nasce dall'eucaristia, non è chiaro come faremo a portarlo avanti, se ce le negate. Sappiatevi regolare, perché senza di noi siete in guai ancora peggiori. Per quanto riguarda il seguito, offriamo una traduzione in lingua corrente. Finora abbiamo fatto il nostro e non abbiamo piantato grane: con l'aria che tira, avreste dovuto ringraziarci. Che cosa fare da qui in avanti ve l'abbiamo detto e ridetto e ci aspettavamo che avreste obbedito. A questo punto consigliamo, a voi e ai vostri comitati scientifici, un solerte ravvedimento.
La discriminazione religiosa al tempo di facebook e del corona virus funziona così: Un ente religioso che da decenni beneficia di accordi privilegiati con lo stato italiano, frutto di ancora più vecchi accordi stipulati con una dittatura fascista, decide di mandare il suo rappresentante a fare un atto simbolico di benedizione. Il fatto viene ripreso sulla tv nazionale a reti unificate e a livello mondiale.