Tratto da Jacobin Italia di Phineas Rueckert

Mentre Guillermo Federico Ibarrola stava aspettando un treno nella metropolitana di Buenos Aires è stato prelevato da due poliziotti, fermato e trattenuto per sei giorni. Ibarrola non aveva commesso alcun crimine, né ne era stato testimone. Piuttosto, Ibarrola è stato la sfortunata vittima di un errore tecnico nel nuovo sistema di riconoscimento facciale basato sull’intelligenza artificiale della città, che è stato installato nel 2019 e che ora copre il 75% della capitale argentina.

Tratto da il Sussidiario di Niccolò Magnani

Eutanasia, l’importante appello di 800mila operatori nella sanità di Francia contro il progetto di legge del Governo Macron: “medici curano e aiutano pazienti, non danno la morte”.

L'appello delle aziende della sanità di Francia contro il testo sull'eutanasia

Mentre prosegue spedito il progetto di legge sull’eutanasia e il suicidio assistito in Francia – dopo aver incassato quello pochi giorni fa sull’aborto in Costituzione – il Governo Macron-Borne si ritrova alle prese con un importante e vasto appello siglato da 800mila professionistiche operano nella sanità francese. In tutto 13 organizzazioni e società scientifiche firmano un testo comune che respinge la pratica dell’eutanasia, definendola «incompatibile con la professione di assistenza medica». La notizia non è da poco tanto da conquistare la prima pagine di “Le Figaro” in Francia, entrando nel dibattito dell’opinione pubblica negli stessi giorni in cui le vaste proteste sulla riforma pensioni riempiono le piazze francesi.

Tratto da Questione giustizia di Filippo Romoli

Il nuovo libro di Emmanuel Carrère è il racconto del processo per gli attentati che nel Novembre del 2015, venerdì 13 - da cui la sigla V13 – hanno sconvolto la Francia. Le dimensioni della tragedia, con 130 morti e oltre 400 feriti, 99 dei quali in modo grave, si riflettono su un processo con 14 imputati, 1.800 parti civili e 350 avvocati coinvolti.

Articolato su tre assi principali – vittime, accusati, corte – il racconto seleziona alcuni dettagli di un dossier composto di oltre 500 tomi che, impilati, superano i 50 metri di altezza, descrivendo invece quella “esperienza unica di terrore, pietà, prossimità e presenza” che sono stati i nove mesi del processo V13.

Tratto da Valigia Blu di Alice Facchini

“Smettete di indorarvi la pillola!”, o meglio “Arrêtez de vous dorer la pilule!”, come si dice in francese. È proprio in Francia infatti che si è riaperto il dibattito su un tema che in Italia ancora fatica a trovare spazio: la contraccezione maschile. La scorsa estate il quotidiano francese Libération ha pubblicato in prima pagina un appello per chiedere al governo di portare avanti la discussione e la ricerca sugli anticoncezionali maschili. L’appello, accompagnato da una petizione online sulla piattaforma Change.org e da una campagna con l’hashtag #ContraceptonsNous, ha raccolto più di 31mila adesioni. Tra i primi firmatari ci sono medici, psichiatri, andrologi, attivisti, giornalisti e scrittori.

Nel paese già da alcuni anni esistono diversi collettivi di uomini che discutono delle opzioni a disposizione e cercano di creare consapevolezza su questo tema, per spingere la comunità scientifica a rendersi conto delle attuali esigenze delle coppie. Fino a oggi, infatti, sono state soprattutto le donne a farsi carico della contraccezione: esiste la pillola anticoncezionale, l’anello, il cerotto, il diaframma, la spirale, la pillola del giorno dopo e diverse altre opzioni. E per gli uomini? Le alternative sono poche e scarsamente impiegate, come vedremo.

In Italia la discussione sulla contraccezione maschile è ancora acerba. Emblematico è il fatto che l’ISTAT abbia pubblicato una rilevazione sulla salute riproduttiva della donna (e non degli uomini), quando nel frattempo è ancora difficile misurare anche solo quanti uomini usino regolarmente il preservativo. Nel capitolo sulla contraccezione femminile, i dati mostrano che il metodo più utilizzato dalle italiane sia proprio il preservativo (41%), seguito dalla pillola (27%) e dal coito interrotto (20%): quest’ultimo è considerato un metodo non sicuro secondo l’indice di Pearl, eppure siamo il Paese europeo che più lo pratica.

Nel 2016 anche la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO) ha pubblicato un’indagine che mostra come solo il 30% degli intervistati ritenga che la contraccezione sia una responsabilità di entrambi nella coppia. Per ben il 62%, quasi 2 su 3, è un compito che riguarda solo e unicamente la donna. E in caso di gravidanza indesiderata, per il 41% si tratta di un “colpo basso” del partner.

La clausola da inserire in Costituzione è stata approvata alla Camera Bassa, grazie a un compromesso storico tra i centristi e la sinistra radicale. Più difficile il passaggio al Senato

Tratto da luce, di Graziano Davoli  “La legge garantisce l’efficacia e la parità di accesso al diritto di interrompere volontariamente una gravidanza” recita così la clausola, da inserire in Costituzione, approvata con 337 voti favorevoli, 32 contrari e 18 astenuti all’Assemblea nazionale francese. La risoluzione è frutto di un compromesso storico d’Oltralpe tra i centristi di Reinassance, partito del presidente Emmanuel Macron, e la sinistra radicale di La France insoumise, partito di Jean-Luc Mélenchon, che porta la Francia ad un passo dall’essere il primo Paese nel mondo a riconoscere l’aborto come diritto costituzionale. “Ci vorrebbe solo una crisi politica, economica o religiosa per mettere in discussione i diritti delle donne”, ha commentato entusiasta Mathilde Panot, capogruppo di La France insoumise alla Camera Bassa. La palla passa ora al Senato e qui le cose potrebbero complicarsi. La Camera Alta vede, infatti, la maggioranza dei seggi in mano alla destra neogollista dei Rébuplicains che, lo scorso ottobre, aveva già respinto la prima proposta. I conservatori non sono da soli, con loro anche l’estrema destra. Dal Rasemblement National di Marine Le Pen, che durante l’ultimo raduno del suo partito ha definito la proposta come “completamente fuori luogo”, sostenendo che il diritto all’aborto non è minacciato in Francia, al movimento Reconquête di Eric Zemmour per cui questa legge sarebbe “una perdita di tempo, pericolosa e inutile”. Ma il vento soffia in un’altra direzione come dimostra un sondaggio di Ifop commissionato dal think tank della Fondation Jean-Jaurès. Otto francesi su dieci sono favorevoli ad autorizzare l’aborto per legge, l’83% della popolazione ritiene che il diritto vada ulteriormente protetto attraverso una garanzia costituzionale.
Tratto da Il Post
Macron ha avviato una consultazione pubblica che potrebbe portare all'approvazione di una nuova legge, e ci sono varie aperture
Martedì 13 settembre, in Francia, è stato reso pubblico un parere piuttosto atteso sul tema del fine vita, quello del Comitato Etico Consultivo Nazionale (CCNE). Nel parere si apre alla possibilità di un’assistenza attiva alla morte, ma nel rispetto di «un rigido quadro normativo». Il giorno prima, Emmanuel Macron aveva annunciato di voler «modificare il quadro giuridico» sull’eutanasia e il suicidio assistito: «Sono convinto che dobbiamo muoverci perché ci sono situazioni disumane che persistono e alle quali dobbiamo dare risposte», aveva detto. Ora, a seguito del parere del Comitato, il governo ha confermato l’inizio di una consultazione aperta a cittadini, operatori sanitari e esperti di bioetica: inizierà a ottobre, durerà sei mesi, e secondo quanto indicato dallo stesso Macron potrebbe portare a una nuova proposta di legge entro la fine del 2023. Il presidente non ha escluso di sottoporre poi la riforma a un referendum.
Tratto da IlSussidiario.net, di Niccolò Magnani
La Chiesa in Francia protesta contro la legge anti-separatismo Islam: “rischio di restrizioni alla libertà di culto di tutte le fedi e associazioni religiose”
LA PROTESTA DELLA CHIESA CONTRO LA LEGGE DI MACRON
Da sempre la Francia è la “patria” dove il confine sottile tra laicismo e laicità spesso viene “confuso” se non del tutto varcato: succede infatti che l’ormai famosa “legge contro il separatismo” voluta dal Presidente Macron nel 2020 per contrastare l’aumento di “forme” jihadiste e fondamentaliste islamiche, si stia tramutando in un sorta di “tagliola” in generale per la libertà di culto in Francia. La denuncia arriva dalla Conferenza Episcopale  francese, assieme ai fratelli protestanti e ortodossi, direttamente al Consiglio Costituzionale (molto simile per funzioni alla nostra Consulta): ad essere contestate sono le nuove disposizioni restrittive contenute nella legge «per confortare il rispetto dei principi della Repubblica». Il testo modificato di recente introduce restrizioni anti-terrorismo che però rischiano di intaccare le associazioni di ispirazione religiosa, e non solo le pratiche anti-libertarie di una parte dell’Islam.
Tratto da Repubblica.it di Michele Serra La sortita di Erdogan contro la Francia, accusata di "trattare i musulmani come gli ebrei prima della Seconda guerra mondiale", è talmente scomposta, assurda, allucinata, da non concedergli scampo: ebbene sì, il presidente della Turchia è un fanatico religioso, poco importa se lo sia per calcolo demagogico o per sincera vocazione, e disponendo di uno degli eserciti più potenti del mondo, è un fanatico da temere fortemente.