Derive liberticide o tutela dei diritti?

La Conferenza episcopale italiana si è espressa sul disegno di legge sull’omofobia che giace nei cassetti della Commissione giustizia del Senato dal 7 ottobre scorso, che è stato presentato dal deputato del Pd Alessandro Zan il 2 maggio 2018 e la cui votazione è prevista a luglio. La Cei ha detto che “un’eventuale introduzione di ulteriori norme incriminatrici rischierebbe di aprire a derive liberticide, per cui – più che sanzionare la discriminazione – si finirebbe col colpire l’espressione di una legittima opinione”.

Un simile pronunciamento è contrario ai principi della laicità o si tratta di semplice libertà di espressione da parte di una istituzione religiosa che, con ogni evidenza, non ha risolto nessuno dei suoi problemi rispetto alle questioni che riguardano il sesso?

Non credo che la risposta sia scontata, perché se così fosse dovremmo avere il coraggio di stigmatizzare ogni pronunciamento dei Vescovi sull’attività legislativa anche quando esso esprime contenuti molto più condivisibili, solidaristici o sociali.

La risposta è nel vento, ma per approfondire vi rimando all’articolo pubblicato da Jennifer Guerra su The Vision

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